Inaspettato

La vita mi porta sempre a conoscere persone. Ieri, ho conosciuto un mezzo barbone, comunista, molto intelligente. È stato ricoverato in psichiatra e per questo ha trovato subito un legame particolare con me. I pazzi, quelli veri, mi scovano sempre. Aveva bisogno di un'amica, qualcuno con cui sfogarsi ed io qualcuno che non mi giudicasse, che non mi conoscesse. Qualcuno con cui non pensare il disastro che sta diventando la mia vita. Abbiamo non cenato insieme ma bevuto una birra insieme. Poi, mi ha accompagnato alla macchina e mi dice "ma ti va di fumare?", il buon senso mi disse di rifiutare, ma sinceramente, non avevo bisogno di seguire le regole o il buon senso. Accettai.
Ero comunque convinta che come le altre volte non mi avrebbe fatto effetto. Lui mi disse che l'avrebbe fatta poco potente visto che fumo poco, anzi quasi mai.
Così mi ritrovai a fumare nel bosco sotto una quercia secolare. Fin dai primi tiri in poco tempo mi sentii leggera, i pensieri non riuscivo a tenerli nella testa ed è così che abbiamo parlato a lungo di qualsiasi cosa e abbiamo riso. Si fece tardi, lo accompagnai a casa. Mi misi alla guida, ma non riuscivo a guidare.
Sono rimasta con la sincerità per quasi tutta la notte. Non sono mai stata così. Ora comprendo chi ne abusa. Ero rilassata e serena, anche se in alcuni momenti ho quasi avuto attacchi di panico. Sono riuscita a controllarmi e questo da una parte mi è piaciuto, ma dall'altra avrei voluto averlo l'attacco di panico. Avrei voluto sentire la paura diffondersi. Avrei voluto avere il respiro più affannoso quasi a percepire il senso di morte. Questo dimostra quanto io riesca, in fin dei conti, a controllarmi. Quante volte sono riuscita a non dire o a non fare ciò che il mio istinto sosteneva. Nemmeno sotto effetto di sostanze riesco, figuriamoci quando sono "sana".
Mi sono fatta venire a prendere perché non potevo certo stare in un parcheggio vicino ad un locale con le persone che continuavano a guardare. Mi sono chiusa dentro l'auto perché sapevo di essere debole, ero quasi paranoica e avevo il fiatone ogni volta che sentivo l'avvicinarsi di qualcuno.
Non ho chiamato la prima persona con cui avrei voluto condividere il momento e non ho nemmeno scritto quello che avrei voluto scrivere. Non mi avrebbe risposto. E poi, che senso avrebbe avuto? Lo avrei fatto ridere, perché avrei scritto qualcosa di satirico, ma non lo feci. Risi da sola, in auto, in un parcheggio, immaginando la sua risata e la sua risposta.
Che serata alternativa. Alternativa in tutti i sensi. Una serata leggera. Una serata divertente e malinconica, come me. È chiaro ed evidente che questo senso di inquietudine e di malinconia me lo porterò dietro ancora per un po'. Sparirà, forse, ma poi tornerà.
Oggi stavo ripensando che quell'uomo quasi quasi vado a ricercarlo. Nella sua follia, nel suo non adattarsi, mi ha posto le domande giuste e di fronte alle mie risposte, ha avuto un "nonsoche" di capacità di comprensione, il ché è strano perché le mie risposte, io non le avevo mica capite.
L'inaspettato arriva proprio quando non te l'aspetti ed è meraviglioso. E dovevo perdermi in queste strade per trovarlo. Lui doveva perdersi per trovarmi. "La via degli sbandati" ed è stato come se ci conoscessimo da sempre.
Io una cosa così, non me la sarei mai immaginata. Tanti amici. Tante confessioni. E poi, è bastato uno sconosciuto, sbandato come me.
Il divertente è che io non ricordo nemmeno il suo nome e lui non ricorda il mio. Chissà. Dovessimo rivederci sarà come ieri. Ci ritroveremo a parlare di noi, di massimi sistemi, di anarchia, di comunismo, di poeti e di scrittori e ci sentiremo compresi, capiti. Ed io sarò leggera, spensierata. Saranno altre ore in cui mi concederó il lusso, per una volta, di sentirmi libera. Libera davvero.
Ma no. Ieri è stato sufficiente. Mi basta. Sono contenta e felice così. Sono leggera e spensierata, come una farfalla anche se sa che questo è il suo unico e ultimo giorno.

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