Non ho smesso di pensarlo nemmeno per un secondo. Non ho trascorso giornata in cui non mi sia chiesta dove fosse, con chi e se anche lui mi stesse pensando. Non ho trascorso notte in cui non l'abbia sognato. E questo è grave. Non ho mai sognato una persona così spesso.
E allora sì. Sono proprio una cogliona. Quale altra prova mi serve per capire che è ora di buttarsi davvero? Cos'altro aspetto prima di cercarlo?
Oggi mi sono ritrovata tra le mani un volantino della chiesa evangelica, me lo aveva dato un pomeriggio e mi disse "poi fammi un riassunto", ripensandoci risi come allora.
Sono sempre stata brava nel perseguire la razionalità nei momenti sbagliati, nelle questioni in cui è necessario essere istintivi. Sono sempre stata brava nell'essere impulsiva nei momenti inopportuni.
Così, continuo nello scrivere messaggi e poi cancellarli. Così, continua il mio tormento ogni giorno nel chiedermi cosa faccia e con chi trascorra il suo tempo.
Sei anni e mezzo non sono una sbandata. Non è nemmeno una relazione tra due amanti troppo lussuriosi. Sei anni e mezzo sono una storia d'amore.
L'ho allontanato in uno dei modi peggiori. L'ho respinto. Senza motivazione vera o reale.
Ammettiamolo una volta per tutte: io sto bene nel tormento e non riesco a sopportare la felicità. Ho sempre detto che cerco pace e serenità, mentivo a tutti, compreso a me stessa.

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